martedì 29 aprile 2014

Topolino 3049 e intervista Fumettologica

Su Topolino n. 3049 in edicola da domani mercoledì 30 aprile trovate la storia "Tip & Tap e il basket virale" scritta da me e disegnata da Luca Usai.
In questa occasione, Daniela "Odri" Mazza di Fumettologica ha raggiunto me presso Studio Platypus e Luca presso Pseudostudio per intervistarci e fare delle foto ai rispettivi studi.

Trovate intervista e foto qui: http://www.fumettologica.it/2014/04/negli-studi-di-giorgio-salati-e-luca-usai/



lunedì 28 aprile 2014

Premio XL

Votazione online per il Premio XL da assegnare al Comicon di Napoli. Lo trovate a questo link:
http://xl.repubblica.it/articoli/vota-il-tuo-fumetto-preferito/

Mi permetto di consigliarvi di votare Sacro/Profano per un motivo totalmente disinteressato: all'interno si trova una tavola scritta da me!

martedì 22 aprile 2014

Bum Bum

Torno volentieri a lavorare insieme a Red Whale, grazie a cui sto collaborando per Graphilm alla serie animata Bum Bum, che uscirà su Rai Due nel 2015.

La serie parla di un bambino aiutato da un gruppetto di animali a cercare i propri genitori, in un'Italia devastata dalla Seconda Guerra Mondiale.

I temi sono profondi ma ci sono anche un sacco di gag divertenti. La serie promette molto bene e mi sto divertendo molto a lavorarci.

Ecco il trailer!


BOOM BOOM (tv series) [TRAILER]
from Graphilm Entertainment on Vimeo.

mercoledì 16 aprile 2014

I racconti di Simone Tempia

Simone Tempia è uno scrittore emergente. Detta così sembra poco. Sembra uno dei miliardi di sedicenti scrittori che infestano ogni angolo calpestabile del pianeta.

Oggi chiunque solo perché riceve un paio di like su un post pensa di avere le doti del romanziere.

Non è il caso di Simone, perché lui sa davvero scrivere, ma non solo. Ha delle ottime idee. Interessanti, originali, fresche. Quelle tipiche idee a proposito delle quali, da autore, mi è capitato di dire "Perché non ci ho pensato io?". Tempia sa intercettare lo spirito dei nostri tempi, sa essere perfettamente attuale senza ricorrere ai soliti cliché da romanziere sentimentale da quattro soldi di cui sono infarciti gli scaffali delle librerie. Non solo ha ottime idee, ma le sa anche raccontare bene. Ha stile, ha controllo, è lucido in ogni parola. In quasi ogni parola, ancora non è perfetto ma gli manca poco.

Ho avuto modo di leggere alcuni racconti della sua serie Contemporaneo Indispensabile, nonostante non fossi molto invogliato dal titolo, che sa un po' di disco di band indie fighetta.

Simone si è autoprodotto i racconti, ma per non rimanere sommerso nella melma di autopubblicazioni degli aspiranti scribacchini, ha trovato un format intelligente: racconti in pdf impaginati da un grafico e con copertine a cura di disegnatori di un certo rilievo soprattutto nell'underground fumettistico (Ratigher, LRNZ). I racconti sono gratis ma non si possono scaricare da nessuna parte: bisogna scrivere direttamente all'autore per farseli spedire via mail. Come dice Tempia, non voglio click, voglio lettori.

I racconti che ho avuto modo di leggere sono: "La muffa", "Lo stage", "La banca", "La fede" e "Il supermarket".

"Il supermarket" è forse il racconto formalmente più riuscito, come stile, ritmo, arco narrativo, chiusura. "Lo stage" è quello più fulminante e più attuale, racconta una realtà conosciuta a molti, un male del nostro tempo. Vorrei potervi raccontare di più ma ogni passaggio è una sorpresa e ve la rovinerei. Forse il racconto che più mi ha "preso" è "La muffa", seppure imperfetto (troppo corto, avrei voluto vederlo sviluppato di più). La muffa del titolo è una metafora di una condizione che riguarda la vita di molti trentenni -- ecco perché mi sono immedesimato. Ma non è solo questo: ne "La muffa" a dominare sono le emozioni (soprattutto quelle non dette), le relazioni tra i personaggi, mentre gli altri racconti hanno uno sguardo più distaccato.

Lo stile di Tempia è sempre molto surreale. Le storie sono dei meccanismi inesorabili che stritolano i protagonisti, solitamente uomini medi dalle poche aspettative. I temi dei racconti sono spesso molto simili. C'è un senso di baratro infinito, di un precipitare degli eventi che non ha mai fine. C'è un forte senso di alienazione legata ai tempi moderni. Non stiamo parlando dell'alienazione dell'impiegato anni '60/'70 in stile Bristow/Fantozzi. I racconti di Tempia sono pienamente immersi nello zeitgeist. Da tempo avevo l'impressione che non si riuscisse a raccontare l'alienazione e l'abulia dell'uomo degli anni 2010, troppo sommersa da quell'apparenza esteriore positivista di tecnologia=amore che i media ci propinano e che in maniera ambigua ma tutto sommato efficace ci ha raccontato Spike Jonze in "Her". Tempia invece ci svela l'illusorietà di questa patina e mostra quanto siamo vuoti, o nel migliore dei casi pieni di ghiaccio. Quanto siamo soffocati dai meccanismi sociali che non solo ci stritolano, ma ci vogliono anche sorridenti nelle nostre facce da instagram.

Nel modo surreale e ossessivo ma sempre lucido con cui Tempia racconta le sue storie ho annusato un sentore di Pirandello e un pizzico di Kafka. Non so se siano suoi riferimenti letterari.

Non che non abbia difetti, eh. In certi frangenti si percepiscono delle "cadute di stile", quasi si distraesse, che interferiscono un po' con la sospensione dell'incredulità. Ho trovato alcuni finali poco efficaci. E a volte i suoi meccanismi ossessivi sono TROPPO ossessivi, diventano un po' ripetitivi.

Ma se solo il mondo letterario ha un po' di sale in zucca, spero che tenga d'occhio Simone Tempia, perché si tratta di un talento, che mi auguro sarà coltivato a dovere. E spero che prima o poi si misuri con un romanzo.

So che sta per uscire un nuovo racconto, perciò se siete interessati scrivetegli a contemporaneoindispensabile@gmail.com . Naturalmente, ve lo consiglio: i racconti in pdf sono agili da leggere anche su tablet, minitablet, smartphone, magari mentre siete sull'autobus.

lunedì 14 aprile 2014

Diari a fumetti

Qualche giorno fa per una serie di circostanze mi sono tornati in mente i diari di scuola che ebbi tra le medie e le superiori. Tutti diari fumettistici, ovviamente. Il problema è che leggevo tutte le vignette in una volta, e poi passavo il resto dell'anno a rileggermi le stesse vignette.

Alcuni dei diari che ricordo di aver avuto sono:
- Sturmtruppen
- Cattivik
- Lupo Alberto, penso per più di un anno
- Eritreo Cazzulati

Ma quello che probabilmente ho amato più di tutti fu quello di Dylan Dog, che mi valse una nota sul registro il primo giorno della prima superiore perché durante l'ora invece di ascoltare il professore ricalcavo la quarta di copertina con la faccia di Dylan.


Quel diario era fantastico, perché raccoglieva una quantità inaudita di battute di Groucho. Stiamo parlando dell'anno scolastico 1992/'93, chissà se qualcun altro se lo ricorda.

Non ho mai avuto la Smemoranda, all'epoca era troppo di moda e io ero bastian contrario per principio. Però ricordo che me la facevo prestare e leggevo tutti i fumetti. Fu lì, se non sbaglio, che conobbi Calvin & Hobbes.

Poi sicuramente ne ho avuti altri, di diari fumettistici, chissà se a furia di pensarci mi tornano in mente tutti.

E voi, quali diari fumettistici ricordate?


mercoledì 9 aprile 2014

Atomic Robo fa ambo

Come alcuni di voi sanno, io sono traduttore ufficiale italiano di Atomic Robo, un gran bel fumetto di Brian Clevinger e Scott Wegener, pubblicato in Italia da ReNoir Comics. Ho raccolto il testimone da Michele Foschini, che come traduttore (e come editore e come redattore e molte altre cose) è molto bravo, e ce l'ho messa tutta a fare un lavoro altrettanto degno. L'editore aveva bisogno di un traduttore che fosse anche sceneggiatore per valorizzare i dialoghi brillanti del fumetto, e così mi ha chiesto di lavorarci.

Ne parlo perché recentemente sono usciti ben due volumi dedicati ad Atomic Robo.

Il primo è Atomic Robo #7 - Le diavolesse volanti del Pacifico.

Il secondo è Atomic Robo - Real Science Adventures.

Ve ne consiglio l'acquisto e mi auguro che vi divertiate a leggerli quanto io mi sono divertito a tradurli.

lunedì 7 aprile 2014

Roi in Music

Corrado Roi è un disegnatore che penso non abbia bisogno di presentazioni, almeno per chi ha mai letto Dylan Dog  o Brendon. E' uno dei miei preferiti in assoluto, e naturalmente non sono l'unico a pensarla così.

Corrado, oltre che essere uomo molto simpatico e dall'ironia pungente, ha una passione in comune col sottoscritto: il rock.

In questo filmato caricato su YouTube da Postcardcult lo vediamo all'opera con il disegno, ma la cosa più interessante è che il sottofondo musicale è un mix del demo del progetto musicale di Roi, chiamato The Old Ut. Musica scura e d'atmosfera esattamente come i suoi disegni.

In alcuni frangenti possiamo vedere pure i colori della brava Maria Lorenza Chidini sui disegni di Roi.

Buona visione e soprattutto buon ascolto.

venerdì 4 aprile 2014

Lukas è una figata

Ho appena letto il primo numero di Lukas di Medda / Benevento edito dalla Bonelli, e posso solo dire che è una figata. E' risaputo che sono un estimatore del lavoro di Medda, ma non parlerei bene di Lukas se non mi fosse piaciuto davvero.

Non mi soffermerò più di tanto sui disegni che sono ottimi, Benevento è una sicurezza e lo sappiamo bene. Da sceneggiatore quale sono, ricolmo di deformazioni professionali, invece mi interessa soffermarmi soprattutto sulla scrittura.

Il tema è molto classico, rientra perfettamente nel canone bonelliano. C'è il noir, c'è la metropoli, ci sono gli zombie, c'è l'anti-eroe. Ingredienti con i quali un fumettista medio avrebbe tirato fuori una storia banale.

E invece Medda riesce a imbastire una trama non scontata e che scorre a gran velocità. A fare la differenza tra una trama "qualsiasi" e la marcia in più di Medda è la sua capacità - che io ammiro molto - di rendere ogni personaggio vivo, reale. La capacità di creare dinamiche e relazioni vivide tra i personaggi. Nessun personaggio è sprecato, e la voglia di seguire le loro vicende è il motore che alimenta la storia.

Una cosa che ho apprezzato molto è anche l'apparente incapacità di provare emozioni del protagonista, che è una caratteristica che ho molto amato nella serie tv Dexter.

E poi non ho ancora sentito nessuno sottolineare che le didascalie narrative per una volta non sono raccontate in prima persona al presente, non sono i pensieri del protagonista, ma sono in terza persona al passato, quasi fossero brani di un romanzo. Mi sbaglierò, ma mi sembra una piccola novità per quanto riguarda i fumetti Bonelli.

E comunque sia, è una figata.

mercoledì 2 aprile 2014

Primo tweet

Fumettologica ha pubblicato un interessante articolo sul primo tweet di diversi fumettisti. C'è anche il mio. Avevo l'occasione di dire qualcosa di intelligente e naturalmente l'ho sprecata scrivendo una scemenza, ma è tutto normale.

Ecco l'articolo:
http://www.fumettologica.it/2014/03/primo-tweet-fumettisti-italiani-firsttweet-twitter/

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