lunedì 26 settembre 2011

Spunti e sviluppo

A volte si crede erroneamente che il merito di una storia bella o brutta stia tutto (o quasi) nello spunto iniziale.

La realtà cui siamo abituati è un'illusione virtuale (Matrix). Un robot killer torna indietro dal futuro per uccidere in anticipo colui che un giorno sarà il capo della resistenza contro la dittatura delle macchine (Terminator). Su un'isola nell'oceano vengono clonati dei dinosauri, ma la situazione sfugge di mano (Jurassic Park).

Per fare una storia geniale ci vuole un'idea geniale, ma non basta. Alcuni pensano che avere una buona idea sia sufficiente, poi il resto si scriverà da solo.

Ma non è così. Non basta avere una buona intuizione. Per scrivere una bella storia ci vuole lo sviluppo, ed è un'operazione che costa molta più fatica dell'intuizione.

Alle volte davvero si può avere una bella intuizione senza sforzo, così "perché viene". In pratica, "per ispirazione".

Ma per trasformare l'idea in una bella storia bisogna mettersi sotto e avere molte altre idee "geniali" che siano all'altezza dell'intuizione, che la sorreggano, che non la banalizzino, che "portino" la storia, che non ci facciano annoiare. Mentre spesso capita addirittura di distruggere un'ottima intuizione, sbagliando lo sviluppo.

Probabilmente chi non è del mestiere non se ne accorge più di tanto: quando vede una brutta storia la classifica semplicemente come brutta. A me e i miei colleghi invece capita spesso di vedere un film, leggere un fumetto, e dire: accidenti, lo spunto era geniale, peccato per lo sviluppo tirato via.

Non avete idea di quante storie vengano buttate via perché lo sviluppo non funziona.

Altre volte invece l'autore talentuoso che abbia avuto l'idea geniale, pur troppo pigro per applicarsi sullo sviluppo, è abbastanza dritto da accentrare il più possibile l'attenzione sull'idea di partenza facendo dimenticare allo spettatore o lettore che il resto della storia non ha senso.

Però è una cosa che capita: l'autore sa di avere avuto un'ottima idea e sottovaluta lo sviluppo. L'idea geniale l'ho avuta, che mi frega del resto, ho già fatto abbastanza fatica, sono un genio.

Purtroppo non basta.

In una storia, lo spunto e lo sviluppo hanno lo stesso peso, il 50% del merito della validità o meno della trama.

Quindi, se posso darvi un umile consiglio, non sottovalutate lo sviluppo di una storia, le idee e i colpi di scena che sono stati inventati per sorreggerla, sia che la storia la stiate scrivendo, sia che la stiate leggendo.

6 commenti:

Massy ha detto...

condivido in pieno

Manuel Colombo ha detto...

Ma sai che secondo me conta di più lo sviluppo?
Le idee iniziali, gli spunti sono un pretesto per lo sviluppo.

Giorgio Salati ha detto...

Manuel, capisco il tuo ragionamento. Ci sono diverse "fazioni", chi ritiene più importante l'idea e chi lo sviluppo, chi l'istinto e chi la tecnica. Personalmente però sono sempre dell'idea che abbiano uguale peso. Senza uno sviluppo adeguato un'idea geniale non ha nessun valore. Ma allo stesso tempo uno sviluppo interessante senza nessuna idea di fondo, risulta un noioso esercizio di stile.

Manuel Colombo ha detto...

bho, io non credo nelle idee geniali, penso anzi che li spunti, le intuizioni, le storie da raccontare siano finite (non nel senso di terminate, nel senso di numero finito).

Tutto sta nello sviluppo, tutto sta nei dettagli.

Manuel Colombo ha detto...

ah, dimenticavo, tutto il mio pensiero è viziato dal fatto che adoro i noiosi esercizi di stile

Giorgio Salati ha detto...

Eheh Manuel capisco! Magari hai ragione, di sicuro quello che c'era da dire più o meno è stato detto, l'idea geniale secondo me è trovare un nuovo modo di mescolare gli ingredienti e saper cogliere gli spunti che ci offre il mondo quotidianamente.

Per curiosità, quali "esercizi di stile" adori?

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