giovedì 30 dicembre 2010

Topolino n.2875


Su Topolino n. 2875 ora in edicola trovate una mia autoconclusiva della serie "Paperotti avventurosi".

Buona lettura!

domenica 26 dicembre 2010

Oltrecomics contest


Alla fine io, Flavio Naspetti e Fabrizio Pasini abbiamo scelto i vincitori del concorso di illustrazione indetto da Oltrecomics.

Per vedere chi ha vinto, cliccate QUI!

sabato 25 dicembre 2010

This is Christmas


Visto che è Natale, vi faccio gli auguri con questo simpatico video, in cui il sottoscritto ha fatto un cameo. Non saprete mai in quale ruolo!



mercoledì 22 dicembre 2010

Lego folies


Da piccolo mi piaceva giocare col Lego ma ero totalmente negato a costruire alcunché. Guardavo con una certa invidia la casa di tre piani con ascensore costruita da mio fratello, mentre io mi limitavo a mettere un omino su una piattaformina con le ruote, e dire che "andava in macchina".

A parte la mia incapacità in tale gioco, bisogna ammettere che col Lego si possono fare un sacco di cose!

In rete si trovano diverse personaggi, copertine, scene famose riprodotte coi Lego.

Le cose più belle che ho trovato sono senz'altro la copertina di "Abbey Road" dei Beatles...


...e soprattutto la riproduzione di ALAN MOORE!

domenica 19 dicembre 2010

Focus Pico n° 34


Imperdonabile dimenticanza: su FOCUS PICO n°34 di dicembre trovate il raccontino "La volpe poco furba" scritto dal sottoscritto (perdonate il bisticcio verbale) e disegnato da Valentina Valentini e Luca Maggi.

Buona lettura!

venerdì 17 dicembre 2010

Perché Disney?


Alle volte mi capita di parlare con colleghi non-disneyani che criticano il comportamento della nota multinazionale dell'intrattenimento in termini di scelte etiche, e mi chiedono come faccia a lavorare per la classica "azienda ultracapitalista".

Non so che dirvi, ragazzi.

Sono talmente innamorato dei personaggi Disney, della magia creata dalle storie di Barks, Gottfredson, ecc., sono talmente affezionato fin dall'infanzia a questo universo narrativo, in cui in realtà si possono raccontare talmente tante cose, e che permette di comunicare con talmente tanti bambini e bambini-adulti, che riesco a scindere l'essenza "consumistica" della Disney da quella puramente "narrativa".

Spero di non dovermi mai ricredere e di non restare mai deluso, come spero di non deludere mai chi mi dà fiducia (il lettore, in primis). Ma oggi per me scrivere per Disney resta sempre una grande soddisfazione.

giovedì 16 dicembre 2010

Roma delenda est

Ora, guardate questo filmato in cui i cittadini sono giustamente indignati contro i manifestanti che lanciano i sanpietrini.


E ora guardate questo filmato in cui un agente infiltrato, mascherato da manifestante lancia un sanpietrino contro i manifestanti.


Ora. E' chiaro che in queste manifestazioni ci sono:
1 - manifestanti pacifici e giustificati
2 - esaltati che vengono alle manifestazioni soltanto per divertirsi a portare violenza e devastazione
3 - agenti infiltrati che sobillano i personaggi 2 per rovinare la manifestazione dei personaggi 1, renderli invisi alla popolazione, dare la scusa alle forze dell'ordine per caricarli di mazzate (vedi G8 di Genova) e vanificare i loro sforzi.

A conferma, rileggiamo un passaggio dall'intervista del 22 ottobre 2008 che Cossiga rilasciò a Quotidiano Nazionale:

«A questo punto, Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno».

[...]

Gli universitari [...]? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che… «Nel senso che le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti? «Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».



E ora meditiamo su come il potere manipola in ogni modo la nostra opinione, ogni giorno.

mercoledì 15 dicembre 2010

Atomic Robo #4


In fumetteria e libreria invece trovate il quarto volume di ATOMIC ROBO di Clevinger / Wegener / Pattison tradotto dal sottoscritto e pubblicato da ReNoir Comics.

Visto che siamo sotto Natale vi consiglio caldamente di regalarlo a qualcuno (e a voi stessi pure).

Buona lettura!

martedì 14 dicembre 2010

Have faith

Non chiedetevi se il Parlamento ha fiducia nel Governo. Chiedetevi se il Governo ha fiducia nel Parlamento.

Complimenti a chi ha orchestrato questa grande messinscena. Da un punto di vista narrativo, ci sono tutti gli ingredienti di una finale di coppa tipo Milan - Real Madrid: le dichiarazioni precedenti, gli schieramenti, le formazioni, i pronostici, le scommesse, la compravendita di giocatori, la partita estenuante, i goal, il vantaggio, la rimonta, il pareggio, gli infermi che si fanno riportare in barella in campo pur di giocare, la vittoria (o sconfitta) risicata ai rigori, l'esultanza, la disperazione, le accuse, gli scontri tra tifosi e polizia...

E conta poco che un guardalinee sia di parte, se i giocatori sono comprati dagli avversari.

lunedì 13 dicembre 2010

Paperinik Cult #68


Ed ecco che anche sul PAPERINIK CULT "sessantottino" che trovate in edicola questo mese (dicembre) continua la saga di "Paperinik contro tutti" scritta da me e Riccardo Secchi, con le due puntate dedicate a Zafire disegnate da Marco Gervasio.

Buona lettura!

venerdì 10 dicembre 2010

Humor antiterrorismo


Secondo un articolo del Corriere della Sera, le sit com e altri show televisivi umoristici aiutano a contrastare l'appeal che il terrorismo ha sui giovani arabi.

Per leggere l'articolo, cliccate QUI.

La cosa, facendo un triplo salto mortale logico, mi fa pensare che allora, tutto sommato, il mio lavoro può servire anche a salvare delle vite!

Beata illusione...

lunedì 6 dicembre 2010

Il cacciatore di Aquiloni


La Piemme in primavera farà uscire la trasposizione a fumetti del famoso best-seller "Il cacciatore di Aquiloni" di Khaled Hosseini.

Perché ne parlo? Perché conosco personalmente e stimo gli artisti che se ne stanno occupando: il magnifico Fabio Celoni e la giovanissima e assai talentuosa Mirka Andolfo.

Le tavole sono ovviamente stupende, come potete notare qui sotto:


Acquisto consigliato!

venerdì 3 dicembre 2010

Farfalle


- Ho quella strana sensazione di farfalle nello stomaco... Hai presente?

- Sei innamorato!

- Mmh forse... O forse potevo almeno ammazzarle quelle dannate farfalle prima di ingoiarle.

- Voi camaleonti siete davvero ingordi. E per niente romantici.

mercoledì 1 dicembre 2010

Pazzi


Qualche giorno fa riflettevo su una cosa.

Il lavoro dello sceneggiatore non è molto lontano da quello dello psicologo. Ribaltato, però: invece di essere un sano che analizza i pazzi, è solitamente un pazzo che analizza i sani.

venerdì 26 novembre 2010

Concorso OltreComics


Il sito fumettistico www.OltreComics.com ha indetto un concorso natalizio di cui sono giudice insieme ad altri due fumettisti.

Leggete QUI il bando e... in bocca al lupo!

mercoledì 24 novembre 2010

Collega?!


Mentre stavo scrivendo il recente post su Alan Moore, e stavo aggiungendo le tag (o etichette), mi sono trovato davanti l'etichetta "colleghi".

Per un momento, un solo momento, ho pensato: "Di lavoro faccio lo sceneggiatore di fumetti. Alan Moore anche. Quindi siamo... colleghi?!"

Ho avvertito una specie di vertigine. E una voce dentro di me: "Toglitelo dalla testa".

Posso arrivare a sentirmi collega di autori che stimo molto e ritengo tra le mie influenze. Faraci, ad esempio, che conosco di persona, e quindi scoprendo trattarsi di essere umano posso arrivare a ritenermi collega. Molto meno bravo di lui, ma tutto sommato collega.

Faccio una grande fatica a ritenermi altrettanto collega con qualche mostro sacro come Sergio Bonelli, Tiziano Sclavi, Alfredo Castelli. Molta, molta fatica. Ma a livello teorico so che non è del tutto sbagliato (mentre mi prostro in segno di rispetto).

Ma con Alan Moore no. Non ce la faccio proprio.

E' come se un prete di campagna si ritenesse "collega" di Gesù Cristo.

Lo so, paragone un po' azzardato, ma mi andava di metterci un'iperbole.

lunedì 22 novembre 2010

Moore e l'educazione


Il punto di vista come al solito geniale di Alan Moore sull'educazione (traduco alla buona):

"Troppo spesso l'educazione funziona come una forma di terapia dell'avversione, dove ciò che stiamo realmente insegnando ai nostri figli è associare l'istruzione al lavoro e associare il lavoro alla fatica cosicché per il resto della loro vita essi possibilmente non si avvicineranno mai a un libro perché associano i libri all'istruzione, l'istruzione al lavoro e il lavoro alla fatica. Considerato che dopo la sgobbata di una dura giornata, invece di rilassarsi con un libro preferiranno molto di più sedersi di fronte a una soap opera senza pretese perché questa ovviamente non sta insegnando loro niente, perciò non è istruzione, perciò non è lavoro, non è fatica, quindi dev'essere piacere. E penso che questo sia il tipo di circuito che tendiamo ad avere impresso su di noi a causa del processo educativo."

Non potrei essere più d'accordo con Moore, e la cosa interessante è che se questo vale per l'Inghilterra, figuriamoci per l'Italia!

Da ricordare che Alan Moore fu cacciato da diverse scuole superiori e non conseguì mai il diploma. E ora le sue opere vengono insegnate a scuola (negli Stati Uniti, ovviamente).

venerdì 19 novembre 2010

Inception reloaded


Stavo facendo una riflessione accessoria sul film "Inception" di Chris Nolan.

Il regista secondo me, come già ha fatto con "The Prestige", ha cercato di fare una riflessione meta-narrativa e di dirci come funziona secondo lui una storia, come si fa a far passare un messaggio attraverso la narrazione.

Lo racconta quando i protagonisti discutono su come innestare un'idea in una vittima.

Prima di tutto l'idea dev'essere molto semplice e immediata.

Poi se l'enunciazione è positiva è più efficace rispetto a un'idea negativa. Nel caso specifico i protagonisti invece di dire alla loro vittima "non portare avanti l'impero industriale di tuo padre", decidono di fargli pensare "voglio creare qualcosa di mio", portandolo anche a riconciliarsi con la figura paterna piuttosto che ad arrabbiarsi ulteriormente con lui.

Questo funziona per qualsiasi idea. Per fare un esempio banalissimo, in una storia piuttosto che "non inquinare" funziona di più il messaggio "rispetta la Natura". E così per qualsiasi messaggio anche socialmente impegnato che volessimo comunicare in una nostra storia. E' un meccanismo psicologico innato nell'uomo, fin dall'infanzia: se si dice a un bambino "Non correre", la cosa a cui penserà istintivamente è la parola "correre", purtroppo la negazione raramente funziona. E se funziona il bimbo crescerà un po' frustrato per tutte le negazioni cui si è abituato a sottostare. Molto meglio (non lo dico io, ma gli psicologi) dire a un bambino "vai piano", quindi. Poi mi rendo conto che fare il genitore non è certo facile, ma qui sto divagando.

Altra riflessione importante riguardante la comunicazione di un messaggio allo spettatore o lettore, riguarda il COME: attraverso i vari "livelli di sogno" prima comunicano l'idea alla vittima, la presentano non come un'imposizione ma come una semplice "possibilità", un'eventualità su cui riflettere. In un secondo tempo investono questa idea di una carica emotiva in modo che la vittima si convinca dell'importanza di essa.

Lo stesso vale per le storie che scriviamo. Se il messaggio dev'essere "rispetta la Natura", dobbiamo far vedere prima il mondo inquinato, poi presentare la possibilità di rispettare la Natura, infine far sì che il nostro protagonista sia emotivamente colpito dal tema della storia e del messaggio. Ad esempio all'inizio è uno che se ne frega, inquina a più non posso nonostante sua moglie gli dica continuamente di non farlo, e anzi la prende in giro per le battaglie ecologiche di lei. Poi però la stessa moglie rimane uccisa per aver bevuto acqua contaminata dai residui lasciati nel terreno da un ex impianto chimico, per cui il protagonista si sente in colpa per essersene sempre fregato e lo scopo della sua vita diventerà far bonificare l'area chimica e creare un parco che intitolerà alla persona che amava. E in tutto questo verrà anche incriminata la società dell'impianto chimico negligente, giusto per gradire. Così, il messaggio "rispetta la Natura" viene investito da una carica emotiva interna al personaggio con cui ci immedesimiamo, e raggiunge più profondamente lo spettatore, piuttosto che gridargli in faccia sterilmente che non bisogna inquinare.

Ma la riflessione vale non solo per le storie, il cinema, ecc. Va estesa a qualsiasi tipo di messaggio: quelli veicolati dalla pubblicità, o dalla politica ad esempio.

Insomma, questo "Inception" si è dimostrato una miniera di riflessioni narrative!

martedì 16 novembre 2010

Paperinik Cult #67


E, come previsto, su PAPERINIK CULT numero 67 di novembre trovate le storie relative ai Twin Boys estrapolate dalla serie "Paperinik contro tutti": sia quella già pubblicata che quella inedita.

Unico neo: nei crediti c'è scritto che la prima storia è stata sceneggiata da Riccardo Secchi, mentre in realtà l'ho sceneggiata io...

domenica 14 novembre 2010

Carnevale della Matematica


Da qualche tempo esiste una manifestazione che si chiama "Carnevale della Matematica", che se ho capito bene consiste nell'ospitare una volta al mese su un determinato blog (ogni volta uno diverso) una serie di articoli di argomento matematico.

Gianluigi Filippelli, ricercatore di fisica (se non ho capito male) mi ha chiesto di contribuire questo mese a quello che si è tenuto sul suo blog Science Backstage.

I troppi impegni non mi avrebbero consentito di pensare a scrivere qualcosa. Ma negli stessi giorni in cui me l'ha chiesto, per questioni lavorative mi stavo documentando sulla Macchina Differenziale di Charles Babbage, che mi ha fatto scaturire una serie di ragionamenti sull'inventiva degli scienziati ottocenteschi. Ho deciso così di dedicare un po' di tempo semplicemente a mettere nero su bianco ciò che mi frullava in testa, e "regalarlo" a Gianluigi per il suo Carnevale.

Potete leggere tutti i contributi cliccando QUI.

Il mio contributo invece lo potete leggere qui sotto.

Buona lettura!

800, THE NUMBER OF INVENTION

Ultimamente per questioni di lavoro mi è capitato di documentarmi su alcune invenzioni dell'800, in particolare la Macchina Differenziale progettata dal matematico inglese Charles Babbage.

Per i pochi matematici tra di voi che non lo dovessero sapere, si trattava di un calcolatore programmabile, azionato meccanicamente. Una sorta di antenata delle calcolatrici, con la differenza che era larga due metri e alta due e mezzo e strapiena di ingranaggi che la facevano pesare diverse tonnellate. Poco pratica da nascondere sotto il banco durante il compito di mate.

Per la precisione, la macchina serviva a "tabulare funzioni polinomiali", che per un profano assoluto come me è comprensibile quanto il mitico cartello di Jacovitti "E' quasi vietato sbarbaganare le pitinicchie". Non conosco il senso dell'umorismo dei matematici, percio’ specificherò meglio: non ci capisco niente.

Comunque, il prototipo di Babbage era imperfetto, nonostante per costruirlo il governo britannico gli avesse erogato un ammontare di sterline pari a VENTI LOCOMOTIVE, e capirete che Babbage non accettava di fare così la figura del... babbo, se mi permettete il turpe gioco di parole.

Si mise così a progettare la Macchina Analitica - un'evoluzione della Differenziale - insieme alla matematica Ada Lovelace.

La Lovelace fu la prima a inventare l'algoritmo, che voi saprete certamente cos'è, a differenza di me che fino all'altroieri ero convinto fosse un difetto cardiaco o un qualche genere di musica caraibica.

Comunque sia, la Lovelace è considerata la prima programmatrice di computer al mondo, e da un paio d'anni si festeggia l'Ada Lovelace Day, una manifestazione "bloggosa" (proprio come il Carnevale della Matematica) per celebrare l'apporto femminile alla scienza. Ma questo voi lo saprete meglio di me... Degli appassionati di matematica NON possono non essere almeno un po' nerd.

Detto questo, perché ne parlo?

Perché mi è capitato di riflettere sull'incredibile fame di conoscenza, di invenzione, la pionieristica temerarietà dell'uomo del XIX secolo. Io me ne intendo veramente poco, ma solo a pensare a tutto ciò che è stato inventato o scoperto in quel periodo, dal telegrafo al telefono, dall'automobile al treno, la radio, la pila, la fotografia, la distribuzione della corrente elettrica, dirigibili, mongolfiere, sommergibili, aeroplani, lambrette (ah no, quelle no)... mi emoziono. L'epoca delle meraviglie.

E il ragionamento che mi viene subito dopo è: ma quanto erano pazzi questi inventori? Chi glielo faceva fare a Franklin di attirare un fulmine con un aquilone? Perché giocare con l'elettricità con la bobina di Tesla o la gabbia di Faraday? Per tanti scienziati che hanno creato invenzioni di successo e le hanno potute raccontare, quanti saranno morti fulminati o intossicati da qualche composto chimico o saranno saltati in aria coi loro laboratori?

- Voi siete già ricco, Lord Plummer, che bisogno avete di fare l'inventore?
- By Jove! Sir Badminton, siamo nel secolo del positivismo, della sturm und drang, del socialismo, della rivoluzione industriale, di Dr Jekyll e Mr Hyde, del laudano e dell'assenzio, del carbone e dello steampunk, della Lega degli Straordinari Gentlemen e dell'invenzione della Pizza Margherita. Posso io non prendere parte a tale fervore intellettuale?
- Per carità, Lord Plummer, sarebbe un delitto tale e quale a quelli del nostro contemporaneo nonché concittadino Jack Lo Squartatore.
- Ecco dunque Sir Badminton che mi accingo a inventare una nuova medicina in grado di guarire da tutti i mali, che abbia inoltre un sapore gradevole. Per prima cosa ho riempito la piscina con quel nuovo rimedio statunitense per il mal di testa.
- Quello in cui vi sono mischiate foglie di coca e noci di cola, Lord Plummer?
- Precisamente, Sir Badminton. Inoltre, per vedere l'effetto che fa, mi accingo a versarci dentro contemporaneamente diverse libbre dei seguenti ingredienti: benzoato di potassio, acido aspartico, fenilalanina, metanolo, sale di potassio, gelatina e gomma arabica.
- Magnifico, Lord Plummer! Con la vostra invezione potreste salvare l'impero britannico di sua Maestà la Regina Vittoria!
- Allora verso, Sir Badminton?
- Versate, Lord Plummer.

* BOUM! *

Fu scoperto così il curioso fenomeno Coca Light + Mentos.


Tornando seri, andiamo a prendere un esempio molto piccolo. Il palloncino. I classici, banalissimi palloncini volanti che si regalano ai bambini.

In antichità era già stato fatto uso di oggetti simili, solitamente "Vesciche animali riempite d'acqua" (bleah).

Ma il palloncino come lo intendiamo noi fu inventato nel 1824 da Michael Faraday per i suoi esperimenti con l'idrogeno. Ora io mi chiedo: chi gliel'ha fatto fare a Faraday di riempire un palloncino di gomma con l'idrogeno? Come poteva essere sicuro che il contatto tra gomma e idrogeno non avrebbe generato - che ne so - un esplosivo, o un acido? Oggi noi sappiamo che i palloncini non sono pericolosi (a parte il caso di quel prete brasiliano che è partito in cielo con centinaia di palloncini stile "Up" della Pixar e non è più tornato). Oggi abbiamo metodi immagino molto più sicuri di testare le sostanze, abbiamo (avete, io me ne sto comodo alla mia scrivania con le mie sceneggiature) conoscenze e ambienti che permettono di rischiare di meno. Ma per arrivare a queste conoscenze, a sapere che la tale sostanza con la talaltra non esplode, l'uomo è dovuto passare proprio da quel periodo di magnifica follia scientifica che fu l'800.

Da una parte credo che non possiamo che essere grati a coloro che allora a rischio della propria pelle (chi ha detto Marie Curie?) hanno fatto incredibili scoperte e invenzioni. Da un altro punto di vista forse dovremmo maledirli, visto che tutto ciò che inquina è stato praticamente inventato allora. Chi lo sa.

Certamente mi resta una suggestione, che magari per voi matematici è scontata ma non lo è per me che durante la lezione di matematica l'unica cosa che contavo erano le pecore: le invenzioni di carattere matematico, dalla Macchina Differenziale - progenitrice del computer - a tutti gli algoritmi-logaritmi e mille formule per me incomprensibili, sono un po' invenzioni e un po' scoperte.

Perché per inventarsi una formula bisogna sostanzialmente SCOPRIRE un aspetto della matematica cui non si era pensato fino a quel momento. Così come si mettono insieme due elementi chimici, altrettanto si prova: ma se metto insieme questi elementi matematici, che cosa ottengo? Toh! Non si inventa qualcosa di nuovo, perché se io scopro per la prima volta che 2+2 fa 4, e provo a farlo aggiungendo due mele ad altre due mele, mi rendo conto che nella realtà due mele più due mele ha sempre fatto quattro mele. L'ho scoperto, non me lo sono inventato. Non si può inventare la matematica, la si scopre. Magari sto dicendo delle bestialità. Mi farete sapere cosa ne pensate.

In questo senso, anche se si tratta di concetti matematici astratti, si scopre qualcosa che c'è sempre stato nella matematica - la quale in fondo è solo un modo di dare nomi alle regole che da sempre governano la realtà - e che in qualche modo ha a che fare col funzionamento stesso della Terra, dell'Universo, di Busto Arsizio, della realtà tutta, ma nessuno ci aveva ancora fatto caso.

E forse è così per tutte le invenzioni. Così come una complessa formula matematica è uno strumento per utilizzare le regole intrinseche al nostro mondo, altrettanto un telefono serve a utilizzare delle caratteristiche (la possibilità di convertire impulsi da sonori a magnetici a elettrici e ritorno) che in natura ci sono sempre state e che nessuno aveva mai sfruttato fino ad allora.

Oh, se ho detto una cazzata ditemelo pure, eh?

sabato 13 novembre 2010

Auguri RLS!


E così, scopro che il giorno dopo il mio ricorre il compleanno di un altro grande scrittore (ahah!).

Oggi si festeggiano i 160 anni di Robert Louis Stevenson, che il mondo deve ringraziare per "L'isola del tesoro", "La freccia nera", ma soprattutto per quell'immenso capolavoro che è "Lo strano caso del dr. Jekyll e mr. Hyde", capostipite della letteratura gotica ottocentesca.


Qui sotto, la pionieristica scena iniziale in soggettiva di "Dr. Jekyll and Mr. Hyde" del 1931, diretto da Robert Mamoulian.



Buon compleanno RLS!

martedì 9 novembre 2010

Topolino 2868


Periodo pieno di pubblicazioni Disney che mi riguardano, a quanto pare...

Su Topolino n. 2868, in edicola da domani 10 novembre trovate la storia sceneggiata da me su soggetto di Tito Faraci "Paperino e il patrimonio architettonico", per i disegni di Roberto Vian.

Buona lettura!

martedì 2 novembre 2010

Paperinik Cult #66


Mi era sfuggita un'altra uscita: su Paperinik Cult n. 66 di ottobre 2010 trovate la ristampa di "Paperinik contro il Dr. Hack-Mac", prima puntata della saga "Paperinik contro tutti" scritta da me e Riccardo Secchi e uscita su Topolino nel 2007. I soggetti sono stati scritti insieme da me e Riccardo su spunto di P. Hopfner. Le storie sono quattro: ne abbiamo sceneggiate due a testa io e Riccardo.

La cosa interessante è che oltre alla prima puntata della saga è stato pubblicato anche l'inedito "ritorno" del cattivo Dr Hack-Mac. Infatti all'epoca avevamo scritto "preventivamente" i ritorni di tutti e quattro i villain visti nella saga. I lettori poi avevano votato il loro cattivo preferito di cui era stato pubblicato il ritorno. In quel caso si era trattato di Mr Invisible, perciò la seconda storia preparata per ognuno degli altri cattivi non era mai stata pubblicata. Fino ad ora! Ecco quindi che nello stesso numero c'è "Paperinik e il ritorno del Dr. Hack-Mac"!

Se tanto mi dà tanto, nel prossimo numero (che se non sbaglio esce il 5 novembre) ci saranno entrambe le storie che coinvolgono i Twin Boys.

Un altro motivo importante per segnalare l'uscita: si tratta della prima ristampa in Italia di una mia storia Disney, anche se si tratta del 50% del soggetto!

Festeggiamo!

giovedì 28 ottobre 2010

Topolino 2867



Su TOPOLINO n. 2867 in edicola da mercoledì 3 novembre trovate la storia "Zio Paperone in prigione!" sceneggiata dal sottoscritto e disegnata da Luciano Gatto.

Buona lettura!

martedì 26 ottobre 2010

Rodari e Il Giornalino


Il Giornalino ha pubblicato una storia per commemorare il grande poeta-scrittore-giornalista Gianni Rodari, nonché una sua lettera inedita. Chi mi conosce sa quanto io ami le sue filastrocche. Recentemente ho anche pubblicato la mia prima filastrocca (eccezion fatta per quella che scrissi a 9 anni) su Focus Pico, come umilissimo omaggio al genio di Rodari.

Ebbene, parliamo di un autore i cui libri - essendo lui di sinistra - venivano osteggiati dalla Chiesa e a volte perfino bruciati negli oratori. Libri che i miei genitori ma non solo mi facevano leggere con piacere.

Un autore che oggi viene celebrato dal giornale per l'infanzia delle Edizioni Paoline, di impronta cattolica.

Lo stesso giornale che pubblica autori che stimo come Fabrizio Lo Bianco, Bruno Olivieri, Luca Usai.

Lo stesso che continua imperterrito a pubblicare il geniale-pazzoide-poetico Pinky.

E ah, Sergio Toppi, tanto per gradire.

Non c'è che dire, la mia stima nei confronti di questo giornale è in costante crescita.

Perché c'è qualcuno che per fortuna è - credo - ancora convinto che avere un'impostazione religiosa non significhi per forza saltare addosso agli infedeli col machete, ma che si possa esserlo tollerando e anzi facendosi arricchire dalle esperienze e opere di chi non la pensa allo stesso modo ma che - come faceva Rodari - non era solito imporre la propria opinione, se non con la semplicità del proprio genio poetico.
--

EDIT: in questo numero si trovano anche nientepopò di meno che una storia di Lucky Luke scritta da Pennac e la dispensa "Conoscere insieme" sulla storia del rock, con Mick Jagger in copertina! E dentro parlano di Led Zeppelin, Iron Maiden, AC/DC, Ramones! Non c'è più religione!

Da segnalare anche il sempre ottimo fumetto a strisce Ippo.it.

martedì 19 ottobre 2010

Topolino n.2865


Su TOPOLINO n. 2865 in edicola da domani mercoledì 20 ottobre trovate a pagina 110 una mia autoconclusiva disegnata da Vitale Mangiatordi della serie "Paperotti avventurosi" intitolata "Perizia da carpentiere".

La cosa curiosa è che questa serie di autoconclusive risale a ben quattro anni fa!

Buona lettura!

lunedì 18 ottobre 2010

[definizioni] Polka loca


POLKA LOCA:
Esclamazione milanese pronunciata da un orientale o genere di ballo liscio ibridato con ritmi sudamericani?



(si ringrazia John per aver fornito il termine)

giovedì 14 ottobre 2010

Carica emotiva


Una cosa che mi sono accorto essere importante per quanto mi riguarda, parlando di storie Disney ma anche di qualsiasi altro tipo di storia, è la carica emotiva che ci metto.

Posso anche avere un'idea non particolarmente nuova per uno spunto, ma ciò che la distingue dal semplice "compitino" è la carica emotiva che la guida.

Se gli eventi di una trama procedono "giusto perché la storia deve andare avanti", come se fosse una pietra che rotola a valle, la storia risulterà piatta e trascurabile. Oppure complicata e noiosa.

Se invece poniamo l'accento sulle motivazioni dei personaggi, se a far procedere gli accadimenti è l'investimento emotivo che essi hanno messo nelle loro azioni, se ciò che sta succedendo ha per loro un'importanza fondamentale, se gli stessi accadimenti diventano degli spunti per far riflettere i personaggi su un aspetto del proprio carattere, la storia avrà più spessore, e il lettore se la ricorderà anche a distanza di tempo, anche se lo spunto di partenza non è particolarmente originale. Si sa, sono i personaggi che devono portare avanti la trama.

Sembrerà che ho scoperto l'acqua calda, eppure la cosa non è così scontata come potrebbe sembrare...

martedì 12 ottobre 2010

Il Sogno della Farfalla #1


Per chi mi conosce non è un segreto che tra le mie recenti collaborazioni ci sia anche la ReNoir Comics.

Una piccola casa editrice che ha senza dubbio dei pregi: oltre a pagare (a differenza di altre entità editoriali), mi ha omaggiato di alcuni volumi da recensire. Con una condizione: di avere ovviamente la libertà di essere sincero e criticare anche negativamente laddove necessario.

Non è comunque il caso del primo volume che ho letto, che a parte qualche riserva ho gradito molto.

Si tratta del primo volume de "Il Sogno della Farfalla", in uscita credo tra un paio di settimane, di Richard Marazano e Luo Yin. Sceneggiatore francese e disegnatrice cinese.

Nella storia abbiamo a che fare con Tutù, un'orfana che si perde e finisce in una città abitata da soli animali antropomorfi (più qualche robot...), governata da un misterioso imperatore e da una polizia segreta di conigli (!). In questo posto gli umani, in particolare i bambini, sono fuorilegge. Tutù sarà quindi costretta a lavorare come operaia in una sorta di centrale elettrica in cui l'energia viene fornita da milioni di criceti che corrono sulle loro ruote. Qui fa conoscenza con un panda antropomorfo. Nel frattempo fa amicizia anche con un gatto parlante (animale a tutti gli effetti, non antropomorfo), che le svela come l'unico a poterla aiutare a tornare nella propria terra sia l'Aquilone, un misterioso rivoluzionario ricercato dalla polizia. In tutto questo, scopriamo anche che esiste un gruppo di bambini umani che vivono nelle fogne (molto francese!), e inoltre che Tutù per poter tornare a casa dovrà trovare una particolare farfalla.

Questo avviene in 48 pagine magnificamente disegnate. Le atmosfere riescono a fondare molto bene la plasticità del disegno asiatico con la poetica "molto francese" di Marazano. Il tutto ha dell'onirico, dell'infantile (in senso positivo), e non manca il buffo o addirittura grottesco.

Non manca qualche aspetto negativo: questo primo volume sembra a tratti poco chiaro, come se alcuni passaggi logici non fossero del tutto consequenziali. Si ha quasi l'impressione che Marazano sia preso dall'ansia di non svelare troppo e di lasciare il lettore nell'insicurezza e nella voglia di saperne di più. Il che sarebbe sicuramente positivo se il secondo volume fosse in uscita dopo due mesi, ma si sa, solitamente non è così coi volumi francesi. [EDIT: mi dicono invece che il prossimo volume potrebbe essere in uscita già a inizio 2011.] Dopo la prima lettura si ha l'impressione che ci sia poca sostanza, ma poi ripensandoci ci si accorge che sono state gettate le basi per un universo complesso, da cui possono dipanarsi trame molto interessanti. Non si può dire però che Marazano si sprechi troppo nell'essere esplicativo, in particolare coi primi dialoghi.

In definitiva: lo stile di disegno è superbo, poetico, e la storia non è da meno. Consiglio vivamente l'acquisto anche se solo con questo primo volume, che getta le basi della storia più che svolgerla, non si può giudicare davvero la qualità dell'opera.

Si può dire che potenzialmente è una gran bella storia, ma che lo scopriremo del tutto solo più in là. Vi consiglio però di fare vostro questo volume, che dà comunque tanti spunti per far viaggiare la fantasia, e che è una delizia per gli occhi.

Una delle cose migliori è la "trasversalità" del "target" (ma come scrivo?!): l'opera è adatta sia agli adulti che ai piccoli. Se avete dei figli mi permetto di darvi questo consiglio: comprate il volume appena esce, tenetelo da parte (magari leggetelo di nascosto), e a Natale regalatelo al vostro piccolo erede. Vedrete che non ve ne pentirete.

Buona lettura!

domenica 10 ottobre 2010

Inception


Sono andato a vedere "Inception", il nuovo film di Christopher Nolan con DiCaprio.

Un solo consiglio: andatelo a vedere.

In breve, la storia narra di Cobb, un ladro che tramite una particolare tecnologia si insinua nei sogni altrui per rubare loro le idee. L'ultima missione è un fallimento, perciò decide di darsi alla macchia, col grande rimpianto di non poter mai più tornare dai figli che non vede da ormai tanto tempo a causa di un'accusa che gli pende sulla testa. Però un affarista giapponese gli dà l'occasione di riscattarsi: invece di rubare un'idea dovrà innestarne una nella mente di un suo rivale. In cambio, farà in modo che le accuse su di lui cadano e possa tornare a casa dai figli.

Per poter innestare un'idea però non basta entrare in un sogno della vittima, bisognerà entrare in un sogno nel sogno, anzi, in un sogno nel sogno nel sogno.

Questo permette al film di visualizzare contemporaneamente (montaggio da Oscar) diversi piani narrativi: la realtà, il primo sogno, il sogno nel sogno, e il terzo livello di sogno, cui verso la fine si aggiungerà una quarto. In ognuno di questi il tempo scorre diversamente. E ogni livello ha un'ambientazione diversa: un aereo, New York, una base militare sulle montagne innevate, una spiaggia, ecc. Ciò che succede in un "livello superiore" influenza anche ciò che accade nel "livello inferiore" di sogno. Ogni ambientazione è molto realistica, a parte alcune stranezze tipiche dei sogni, ottime occasioni per sbizzarrirsi con gli effetti digitali senza eccedere in "tamarraggine".

La trama è veramente molto complessa e ci sono un paio di spiegazioni che non sono troppo chiare. Ma immagino che scrivere una sceneggiatura del genere, che sembra un gigantesco rebus (il film dura quasi 2 ore e mezza) debba essere stato uno sforzo ciclopico.

La cosa migliore è il rapporto che il protagonista ha con il "fantasma" della moglie, verso cui prova senso di colpa, che si presenta periodicamente nei suoi sogni come proiezione del suo subconscio per mettergli i bastoni tra le ruote. C'è quindi un discorso interessante e intenso che riguarda il nostro rapporto con i sensi di colpa e con il subconscio, che si manifesta nei sogni e che in fondo influenza tutta la nostra vita vigile e non.

Tutto nel film è interconnesso sia a livello di consequenzialità, azione, motivazioni, emozioni, responsabilità morali, eccetera. Perché in fondo in un film ambientato in un sogno le emozioni sono il motore stesso di eventi spettacolari da film d'azione.

Ricorderò male, ma mai mi era capitato di vedere in un film un treno che travolge l'auto del protagonista (tipica scena d'azione) a causa di un suo senso di colpa verso la moglie. Nolan ha quindi in un certo senso trovato la pietra filosofale, è riuscito a intrecciare insieme azione e sentimenti in maniera talmente forte da renderli una cosa sola. Chapeau.

Oltretutto Nolan, dal mio punto di vista di sceneggiatore, ha costruito in maniera magistrale il protagonista: è l'uomo delle contraddizioni, dice agli altri di fare una cosa e fa il contrario. Non sempre ovviamente. Quindi anche quando in alcuni casi nel film si contraddice da solo (per motivi funzionali al procedere della storia), la cosa ci sembra del tutto normale e la sospensione dell'incredulità non viene meno. L'uovo di Colombo.

Alcune cose nel film mi ricordano il miglior David Lynch.

La pietra filosofale e l'uovo di Colombo hanno però degli inconvenienti.

Il film è un po' cervellotico, alcuni passaggi sfuggono anche allo spettatore più attento. Resta il dubbio su come funzioni davvero questo "innesto" di idea, non si capisce in maniera chiara tramite quali passaggi logici le azioni dei protagonisti nei sogni della vittima possano indurlo a decidere autonomamente di smembrare la multinazionale del padre. Magari qualcuno di voi è in grado di spiegarmelo meglio.

Però il finale è notevole.

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ATTENZIONE: SPOILER! CHI NON HA VISTO IL FILM NON PROSEGUA NELLA LETTURA SE NON VUOLE ROVINARSI IL FINALE!
A chi ha già visto il film, dico solo una cosa: LO SAPEVO. Nolan oltre ad aver trovato la pietra filosofale è anche l'unico che è riuscito a fare ciò che è "proibito" fare in un film: alla fine è tutto un sogno.

O meglio, chiude il film prima che tu possa averne la certezza. Ma il forte dubbio ormai ti si è INNESTATO dentro, che tutta la realtà che hai visto finora possa essere falsa, proprio come succede alla moglie di Cobb nel film.

E qui sta il colpo di genio del regista. Nell'andare a nero proprio in quel preciso istante, quando la trottola sta girando un po' troppo, sembra proprio che ci troviamo nell'ennesimo sogno, però non puoi essere proprio sicuro al 100% che Cobb, molto nervoso per il ritorno dai figli, non le abbia dato un colpo incredibilmente forte, e insomma, non lo saprai mai. Fine.

(Ecco perché mi ricorda il miglior David Lynch)

FINE SPOILER
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Per chi non lo ha visto, invece, un consiglio: andatelo a vedere.


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EDIT
Sul blog di Alessandro Ferrari c'è una RECENSIONE che arriva a conclusioni per certi versi abbastanza diverse dalle mie, o meglio, si concentrano su alcuni aspetti che io non ho analizzato. Ale è più critico di me nei confronti del film, ma condivido comunque alcune di queste critiche.

In generale, quello che apprezzo spesso del Ferrari è l'approccio molto diverso dal mio, ma senz'altro valido, che ha nell'analizzare una storia (e quindi anche nello scriverla): meno "razionale" del mio, molto più "viscerale". E' un aspetto importante perché lui è sicuramente più "in sintonia" di me con un certo tipo di lettori-spettatori, quindi cerco di fare tesoro anche del suo punto di vista.

venerdì 8 ottobre 2010

Cajellitudine


Non so se l'ho già fatto in precedenza, però vi consiglio di dare un'occhiata al blog di Diego Cajelli, sceneggiatore di Bonelli, Diabolik e varie ed eventuali.

E' uno dei pochissimi blog dove mi sia capitato di sghignazzare di gusto: alcuni post sono seri, ma certi altri (come ad esempio le recensioni di X Factor) sono veramente spassosi.

Buona lettura!

mercoledì 6 ottobre 2010

Music for dummies


Facendo sia lo sceneggiatore che il musicista, ho potuto notare alcune differenze tra i due ambiti.

Ad esempio mi è sembrato di notare - ma sono pronto ad essere smentito - che a differenza della scrittura, si possa essere buoni musicisti e contemporaneamente essere dei perfetti idioti.

Voglio dire, ce ne sono tanti anche nel campo della sceneggiatura come in qualsiasi altro campo. Ma gli sceneggiatori e scrittori BRAVI, non sono mai degli inetti. Possono anche essere antipatici, o un po' matti, ma mai dei buzzurri analfabeti.

Nella musica invece si può essere degli imbecilli al cubo e contemporaneamente essere degli ottimi musicisti.

La cosa mi fa riflettere non poco. Credo che abbia i suoi lati negativi e positivi.

Ad esempio fa riflettere sul potere arcaico e interiore che la musica ha su tutti gli esseri, animali compresi, senza bisogno di aver studiato o essere particolarmente svegli.

Ad esempio, mi sono accorto che a volte quando suono la chitarra acustica in casa sembra che la mia musica concili il sonno alla mia criceta, anche perché se smetto si sveglia di colpo. Mistero. Ma comunque non si può dire che la criceta sia esattamente Marie Curie, ecco.


EDIT: ovviamente il post (come i commenti annessi) è un "pour parler", un "divertissement", un "camembert" (avevo finito i termini francesi), una mia curiosa riflessione su cui volevo avere conferma o meno da voi solerti commentatori!

lunedì 4 ottobre 2010

Topolino, mon amour!


Da tempo mi sono accorto che quello che faccio per Disney è qualcosa di più di un semplice lavoro. Posso "portare a casa" altri lavori, dove magari la cosa più importante è districarsi tra mille problemi, come le tempistiche, certe richieste del committente, i limiti di produzione, eccetera.

Disney invece è un'altra cosa. Per Topolino non riesco a "fare il compitino". Ogni storia che scrivo deve avere una certa importanza per me, non un semplice divertimento o una fonte di guadagno (anche perché non si diventa certo ricchi) ma qualcosa che voglio che resti (anche se non sempre ci riesco).

Sono certo che di questo alcuni saranno contenti... almeno quelli che apprezzano le mie storie.

Intendiamoci: non è che gli altri lavori li faccio in qualche modo, anzi... cerco sempre di dare il massimo in tutto quello che faccio. Disney resta comunque un aspetto "magico" di questa professione!

sabato 2 ottobre 2010

Oltrecomics


Sul OltreComics.com è stata pubblicata un'intervista al sottoscritto.

Si tratta di un'intervista risalente all'anno scorso che avevo rilasciato per il sito "Il Mondo siamo Noi", qualcosa è cambiato rispetto ad allora ma il succo rimane lo stesso.

Potete trovarla QUI.

Ringrazio Gabriele, e OltreComics.

Buona lettura!

venerdì 1 ottobre 2010

Paperinik online


Un altro "fansite" interessante riguardante personaggi Disney è QUESTO, creato dall'appassionato Andrea Salimbeti.

Ci sono tante informazioni circa il passato del papero mascherato e devo ammettere che è capitato anche a me di consultarlo per rinfrescarmi la memoria!

Grazie quindi anche ad Andrea e al suo "wiki" pikappico!

mercoledì 29 settembre 2010

Topolino, lo sapevi che...?


Mi è stato segnalato un nuovo blog interessante, si chiama "Topolino, lo sapevi che...?", e da come si può intuire è dedicato al celebre mensile Disney.

Ho avuto appena il tempo di dargli uno sguardo veloce, ma mi pare che Fabrizio, il gestore del blog, stia facendo un ottimo lavoro con curiosità e notizie che possono interessare tutti gli appassionati e coloro che da semplici lettori vogliono approfondire un po'.

Fateci un salto, allora!

lunedì 27 settembre 2010

Pino!


Un mio amico mi ha fatto sapere che la sua nipotina ha pronunciato la sua prima FRASE.

Consisteva in: "IO LEGGE PINO!"

Che significa "Io leggo Topolino", perché a quanto pare la bimba stava leggendo un numero del settimanale Disney su cui c'è una mia storia!

Queste sì che sono soddisfazioni!

venerdì 24 settembre 2010

Allenati?


Mamme e papà preparatevi: d'ora in poi ai vostri figli verrà insegnato a sparare.

Infatti i nostri Ministri hanno deciso che uno dei corsi per le scuole superiori valido come credito formativo sarà quello che è stato chiamato "Allenati per la vita": diverse attività, fra cui "orienteering", tiro con l'arco e pistola ad aria compressa, per avvicinare i giovani all'Esercito.

QUI maggiori info.

Una persona mi ha fatto notare che però c'è un errore nel nome del programma: in realtà dovrebbe chiamarsi "Alienati per la vita".

Be', una volta tanto impariamo anche noi qualcosa dall'Africa:

mercoledì 22 settembre 2010

Walt Dalì


Nel 1945 Walt Disney ebbe l'idea di realizzare un cortometraggio animato insieme a Salvador Dalì. L'artista preparò gli storyboard insieme a John Hench ma poi il filmato non venne mai realizzato.

Partendo dal lavoro preparatorio, nel 2003 la Disney realizzò finalmente il cortometraggio. Un'opera che vale la pena di essere vista: un importante esempio di entità "commerciale" che presta i propri sforzi a un artista assoluto.

Il cortometraggio è intitolato "Destino". Per vederlo, cliccate QUI.

Perché segnalarlo? Be', prima di tutto perché è bello e merita la visione.

Secondo, perché oggi si apre al Palazzo Reale di Milano la mostra dedicata a Dalì, che durerà fino al 30 gennaio (e devo assolutamente andare a vederla). QUI maggiori info.

Terzo, perché sempre oggi si apre al Cinema Gnomo di Milano una rassegna che dura fino a domenica dedicata ai rapporti tra Dalì e il cinema. Tra i vari film proiettati, "Un chien andalou" di Luis Bunuel e Salvador Dalì, e "Io ti salverò" di Hitchcock, in cui la scenografia della sequenza onirica fu affidata proprio all'artista spagnolo. QUI maggiori info.

Quarto, perché su Topolino trovate una storia che promette bene: "Topolino e il surreale viaggio nel destino", scritta da Roberto Gagnor e disegnata da Giorgio Cavazzano, in cui i protagonisti, se ho capito bene, sono proprio Walt Disney e Salvador Dalì.

Insomma... VIVA DALI'!


venerdì 17 settembre 2010

Rapalloonia 2010


Consiglio a chi può di farsi un giro a Rapallo il weekend del 25-26 settembre. Troverete la consueta e longeva manifestazione Rapalloonia, quest'anno dedicata a uno dei fumetti Bonelli di maggior successo degli ultimi anni: “Julia di Giancarlo Berardi - L’avventura editoriale di una criminologa“, XXXVIII Mostra Internazionale dei Cartoonists, Rapallo. Io ci andrò sicuramente sabato 25!



Info: www.rapalloonia.com.

mercoledì 15 settembre 2010

Ispirazione?


Non so se ne ho già parlato nel blog, comunque... Una delle domande che uno che fa il mio lavoro si sente porre più spesso è "ma dove le trovi le idee?".

Bene, sappiamo che l'Ispirazione è un falso mito.

Ma dove le prendo le idee? Non lo so. Dalla mia mente, suppongo. Ma anche dal mondo.

In questo mestiere è fondamentale essere estremamente curiosi. Personalmente credo che prima o poi qualcuno mi pesterà in metrò perché lo sto osservando.

La deformazione professionale porta a tendere sempre l'orecchio verso i discorsi della gente, e soprattutto a osservare le dinamiche tra le persone. Sono queste le cose che ti aiutano a rendere più reali i personaggi e le loro interazioni.

Ma gli spunti veri e propri per una storia non so da dove vengono. La maggior parte arrivano quando sono in tram, o sotto la doccia, o sul water. Mai quando faccio la doccia in tram, chissà perché.

Spesso le idee scaturiscono dal desiderio di modificare le cose così come siamo abituati a conoscerle, di vedere cosa succede a cambiare le carte in tavola - come un chimico che miscela diversi elementi senza sapere cosa succederà.

Gli esempi che faccio sempre sono, ad esempio: che cosa succederebbe se nel mondo scomparissero improvvisamente tutte le biro? Non si potrebbero più firmare assegni, contratti, ricevute, scrivere sulle buste, eccetera. Un piccolo importante elemento la cui improvvisa mancanza bloccherebbe non poco le nostre vite. Oppure se scomparissero tutte le bottiglie di plastica? Come faremmo a trasportare l'acqua? Insomma, mi piace ipotizzare di scombinare qualche elemento della vita quotidiana per vedere cosa può succedere, immaginare come reagirebbe la gente.

Un altro esempio classico è: cosa succederebbe se Paperino diventasse ricco e Paperone povero? Qui ho cambiato gli elementi non della nostra vita quotidiana ma di quella di due personaggi, famosi proprio per essere ricco uno e squattrinato l'altro. Sarebbe quindi interessante vedere come reagirebbero i personaggi, mettere i topolini nel labirinto, e trarre un insegnamento alla fine della storia.

Un giorno scriverò delle storie dalle idee che uso come esempi, però mi tornano talmente utili nello spiegare "da dove vengono le idee", che ho una specie di pudore nello sfruttarle fino in fondo!

lunedì 13 settembre 2010

Cui prodest?


Due fatti storici mi hanno dato da riflettere.

1. All'inizio dell'800 in Cina il consumo di oppio era un problema molto diffuso. La sostanza veniva importata dall'India tramite l'inglese Compagnia delle Indie. Le restrizioni imposte dall'imperatore venivano ignorate, perciò nel 1839 egli dispose di distruggere 20.000 casse d'oppio importate dagli inglesi. Questo fatto scatenò la prima "guerra dell'oppio" tra Cina e Inghilterra, che si concluse con la conquista di Hong Kong da parte di quest'ultima.

2. A quanto ricordo, verso la fine degli anni '90 e inizio degli anni 2000, si sentiva sempre meno parlare di eroina e morfina, con un certo sollievo visti gli effetti devastanti che portavano queste droghe. Negli ultimi anni sembra invece che siano tornate di moda. Per chi non lo sapesse, si tratta di sostanze estratte dall'oppio. Facendo qualche ricerca, ho però scoperto questo: i Talebani avevano raggiunto il potere in Afghanistan nel 1996. All'epoca, il paese era il maggior produttore di papavero da oppio al mondo. Sorvolando sull'atrocità del regime talebano, si scopre però che un'iniziativa che ebbe successo fu quella di ridurre sensibilmente tale coltivazione. Poi l'Afghanistan fu attaccato da americani e inglesi, con l'accusa di nascondere Osama Bin Laden (mai dimostrato), e nel 2002 i talebani persero il potere. Dopodiché, la produzione di oppio riprese ad aumentare in maniera esponenziale.

venerdì 10 settembre 2010

Wandering


Mi sono accorto di una cosa curiosa di cui non fregherà niente a nessuno, ma la scrivo lo stesso, tanto chemmefre'.

Quando sto pensando intensamente a un soggetto, mi capita a volte di mettermi a camminare per la casa senza meta, spesso anche manipolando la "slinky", la molla antistress.

Mi sono però accorto che a seconda di quello che sto pensando il mio passo e le mie traiettorie cambiano. E' come se il mio percorso fosse influenzato dalle strade che percorro con la mente. Se sto camminando dritto poi di colpo cambio direzione è perché ho deciso di cambiare un elemento sostanziale della storia e in pratica ho "cambiato strada". Se cammino in tondo sto girando intorno a un'intuizione per vederla da più angolazioni. Se cammino di lato come se fossi su un cornicione è perché l'equilibrio degli elementi è molto delicato e sto provando a vedere se "trovo un varco". Quando penso di essere a un buon punto dalla soluzione di uno snodo aumento il passo, poi quando trovo la soluzione mi fermo di colpo.

Non so quali danni neurologici siano alla base di tutto ciò, pare che sia uno dei sintomi dell'Alzheimer, ma è divertente (non l'Alzheimer ovviamente), e mi aiuta a capire in che "direzione" sta andando la mia storia.

E suppongo prima o poi di ritrovarmi in casa il proverbiale solco di Zio Paperone.

mercoledì 8 settembre 2010

Trame sommerse


Tempo fa non ero un amante dei polizieschi, non mi piaceva leggerli né scriverli. Poi ho cominciato pian piano ad apprezzarli, prima grazie a CSI, poi impegnandomi per imparare a scrivere le mie prime storie con protagonista Topolino.

Ora mi piace molto scrivere storie "gialle". Perché ho capito che in un poliziesco si può raccontare pressoché qualsiasi storia, in particolare tragedie, solo che le si racconta "alla rovescia". Si parte dal finale di solito tragico (l'uccisione di qualcuno) per poi ricostruire la vicenda a ritroso.

Una delle cose più divertenti infatti del costruire una trama gialla è proprio la creazione dell'antefatto, quella "trama sommersa" che deve essere portata alla luce, e che si conclude con un omicidio, un furto, una sparizione, che consiste poi nell'inizio vero della storia come viene narrata, il momento in cui gli investigatori entreranno in azione. Per questo in un giallo i personaggi secondari sono molto più importanti che in altri generi.

Studiare le dinamiche tra i personaggi, le storie personali, i conflitti che portano al delitto per poi "sommergerli" in mezzo a tanti altri elementi in attesa che l'investigatore arrivi a dipanare la matassa, è il vero "sale" dello scrivere un poliziesco. Ci si può inventare davvero di tutto: storie tragiche, romantiche, avventurose, perfino grottesche.

lunedì 6 settembre 2010

Two minutes to Watchmen


Ma a nessuno questo simbolo sulla copertina di WATCHMEN (1986)

fa venire in mente questa canzone (1984)?

Evviva l'Inghilterra!

In realtà fanno entrambi riferimento all'Orologio dell'Apocalisse, un orologio simbolico inventato nel 1947 dagli scienziati atomici americani sostanzialmente per terrorizzarci. La mezzanotte rappresenta la fine del mondo causata da una guerra atomica, e i minuti che mancano a mezzanotte sono i "livelli di guardia".

Il momento in cui si è andati più vicini a un conflitto nucleare tra USA e URSS è stato tra il 1953 e il 1960 (due minuti a mezzanotte, appunto), mentre il momento in cui si è stati più lontani è stato tra il 1991 e il 1995 (17 minuti)... Ci credo, l'Unione Sovietica si era appena sciolta. Negli anni in cui sono stati pubblicati "Watchmen" e "Powerslave" si era a 3 minuti a mezzanotte, quindi in un momento molto critico (almeno così ci dicevano).

Negli anni, i parametri sono stati aggiornati. Ad esempio fra i vari fattori che ci avvicinano alla fine del mondo c'è anche la possibilità di disastro ambientale (mentre immagino che le profezie Maya non abbiano ricevuto il permesso di entrare nelle "olimpiadi" dell'Apocalisse).

Al momento, secondo gli eminenti studiosi, ci troviamo a 6 minuti da mezzanotte.

Allegria!

venerdì 3 settembre 2010

Chiavi di ricerca


Rubo per un attimo l'ottima idea di Diego Cajelli di divertirmi con le chiavi di ricerca più strane che hanno portato al mio blog attraverso i vari motori di ricerca. Consiglio vivamente di andare sul suo blog a leggere perché c'è da farsi davvero le risate.

Venendo ai miei lettori.

Già la chiave di ricerca più gettonata per arrivare al mio blog getta una luce inquietante su di me: "serial killer". Che sia un messaggio? Sono vicino forse a scoprire il motivo per cui ogni tanto mi sveglio in luoghi sconosciuti completamente sporco di sangue?

Tre persone hanno ben pensato di arrivare fino a me digitando "bart culo"... e culo chi non lo dice, aggiungerei io.

C'è poi "huntik gomiti", evidentemente qualcuno è interessato solo ai gomiti dei personaggi di Huntik, niente scapole, per dire.

Qualcuno ha cercato sul mio blog del "calcestruzzo architettonico phs", peccato averlo finito per murare in cantina le mie vittime seriali.

Un tizio ha cercato qui un "capufficio divertente", e se l'ha cercato qui vuol dire che non si trova proprio da nessuna parte un capufficio divertente.

Un altro ha cercato un "cervello intercambiabile", ma ha proprio capito male, poiché il mio me lo tengo.

"chi scrive in piedi essendo maggiore o minore settimana enigmistica": questa mi risulta davvero oscura.

Ecco che si arriva alle ricerche scabrose: "come allargare culo", e mi verrebbe da dirgli che basta stare seduti 24 ore al giorno mangiando patatine e vedi che popò ti viene. Ah non era questo che intendeva? Ah... E cosa... Ah. Capito. E proprio qui viene a cercare?

"controllare il cervello": ma controllati il tuo, cafone! Che il mio va benissimo!

"cosplay fatti male", sì, è un'esortazione che faccio sempre anch'io ad ogni cosplayer che incontro alle fiere.

"faccia di culo". Cioè, questo viene a insultare così gratuitamente?

"istruzioni per pulirsi il sedere". Ragazzi, ma allora quella del culo è una mania!

"l'italia". Amico, anch'io la sto cercando, credimi.

"ma tu conosci sergio naaa". E invece seee ti dico che ne conosco anche parecchi di Sergio! Tsè!

"passi del roc e roll". Se non lo scrivi giusto te li insegno sbagliati.

"quaalude". Cacchio roba da Kerouac! Amico sei un tossico ma con gusto vintage! Io sono pulito però, circolare!

"quanto guadagna un colorista della walt disney". Bah. Qualcuno pensa davvero di trovare queste informazioni in internet?

"sherloch olmes film" e qui stendiamo un velo pietoso sulla grafia.


E queste erano solo le chiavi di ricerca di luglio, figuriamoci cosa si può trovare spulciandole tutte!

mercoledì 1 settembre 2010

Complessità


Una cosa su cui mi sono accorto esserci parecchia confusione in giro è la questione della complessità di una trama.

Spesso capita di leggere soggetti e sceneggiature in cui si punta esageratamente sulla semplificazione della trama, ma nella maniera sbagliata. Spesso è il committente a premere molto sulla semplicità.

La questione però è più complessa di quello che sembra. Come si sa, più si lavora su una storia, più se ne semplifica la lettura. In questo senso si può dire che più si vuole semplificare, più complesso deve diventare il lavoro dello sceneggiatore.

Il problema principale, è che spesso si punta troppo sulla semplicità del "come" trascurando il "cosa". Anzi, spesso semplificando il Come si complicano il Cosa e il Perché.

Qual è l'obiettivo (il COSA) e PERCHE' il protagonista vuole perseguire tale obiettivo, devono essere dei passaggi per il fruitore chiari, logici, semplici. Il COME può anche essere complesso, ci possono essere gag, inseguimenti, combattimenti, equivoci di ogni tipo. Ma se noi abbiamo bene chiaro COSA vuole ottenere il protagonista, e PERCHE', possiamo anche perderci qualche passaggio del Come. Se non ho capito tutto di quello che è successo, di ciò che si sono detti due personaggi, di come il protagonista è saltato sul camion, si è aggrappato all'elicottero, ha combattuto contro otto terroristi, si è limato le unghie e alla fine ha disinnescato la bomba, l'importante è che io so che il protagonista vuole andare in quel grattacielo perché là dentro ci sono una bomba e sua figlia, e la cosa non gli sta tanto bene, e allora in qualche modo ci arriva, disinnesca la bomba o prende la figlia e la porta via.

Chiariamoci: non sto dicendo "complichiamo quanto ci pare le nostre trame, tanto ci basta sapere il Chi, il Cosa e il Perché". Sto solo dicendo che questi elementi hanno dei pesi di una certa importanza all'interno di una trama, e non bisogna trascurarlo.

Prendiamo un esempio. Il protagonista di una storia improvvisamente come per illuminazione capisce come risolvere il proprio problema, e semplicemente lo fa. Ma Cosa ha capito il protagonista, e Perché? Abbiamo semplificato il Come, il protagonista fa una semplice azione perché ha già capito tutto da solo. Ma il resto diventa complicatissimo per il lettore o spettatore: deve fare mille passaggi logici per arrivare a capire ciò che il protagonista sembra aver capito per magia.

Quindi semplificare troppo il Come alle volte finisce per complicare il Cosa e il Perché. Cioè, per lo sceneggiatore un po' pigro magari diventa molto semplice, il suo protagonista come colpito da un fulmine a ciel sereno ha capito che lo scrigno è sotto quel tappeto, la chiave dietro quel quadro, e il gioco è fatto. Ma per lo spettatore diventa complicatissimo: non hai fatto fare al protagonista i passaggi logici necessari, "accompagnando" lo spettatore (senza trattarlo da stupido, ovviamente) alla soluzione.

Un altro aspetto importante da non sottovalutare è che diminuire la complessità del Come non significa poter aggiungere tanti Cosa e tanti semplici Come. Per dire, non ha senso che il Villain di una storia abbia come prerogativa quella di comandare gli agenti atmosferici, però ha anche il potere di volare e la superforza, però quando serve si trasforma anche come la gomma o come i liquidi, poi... E che possa essere sconfitto solo grazie all'acqua, ma poi appena fermato dall'acqua no, in realtà dev'essere fermato col fuoco, poi immediatamente dopo ci vuole invece il ghiaccio, e fermato col ghiaccio bisogna fermarlo con... Insomma, il lettore/spettatore si chiede: ma quale cavolo sono i punti di forza e i punti deboli di questo personaggio? Semplificare il Come non significa che si possano aggiungere tanti Cosa. E neanche tanti Perché: se il protagonista vuole salvare sua figlia, quello dev'essere il punto importante, aggiungere altre motivazioni molto forti e di uguale importanza (vuole andare nel grattacielo anche perché ci ha lasciato un milione di dollari, poi in realtà nelle fondamenta c'è il primo dente da latte di suo nonno, poi sotto il tetto la mappa del tesoro di Long John Silver, poi...) può essere fuorviante.

Trascurando queste cose alla fine chi fruisce queste storie ne esce disorientato e si disaffeziona al film-fumetto-serie-eccetera.

Il Cosa e il Perché devono essere chiari, strutturati, inattaccabili. Il Come serve a rendere il tutto più interessante, e a calibrare la complessità della storia.

martedì 24 agosto 2010

Wikio 71


Ho scoperto di essere entrato nella classifica "Top Blog" di Wikio. La mia posizione nella sezione "fumetto e illustrazione" è la numero 71, niente di che, ma fa piacere comunque che mi abbiano inserito!

Meglio di Glenn Gould


Mentre passo a casa per un paio di giorni prima di ripartire segnalo un illuminante post sul blog di Astutillo Smeriglia intitolato "Essere Glenn Gould e non saper suonare".

Cliccate QUI

mercoledì 18 agosto 2010

A proposito...


...se il verbo relativo a "sogno" è "sognare", quello relativo a "incubo" è "INCUBARE"?

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Sito Ufficiale della Campagna Nazionale Giu Le Mani Dai Bambini