martedì 18 novembre 2008

Giochi da tavolo


Credo che l'infanzia di tutti sia caratterizzata anche dai giochi da tavolo. Giocarci ancora oggi - oltre che divertirci - ci riporta indietro ai tempi spensierati delle serate estive con la famiglia.

L'altro giorno ho rigiocato dopo direi quasi 20 anni a Viaggio in Europa. E' stato un tuffo nel passato. Mi è sembrato piuttosto semplice, mentre da bambino lo percepivo quasi cervellotico, anche se mi piaceva molto, perché a ogni nuova città mi tuffavo nell'immaginazione e mi vedevo passeggiare per i viali di Parigi, o ammirare la ruota del Prater a Vienna. Avrò per sempre un ricordo specifico legato a questo gioco, cioè quando ci giocai con degli altri bambini nella casa di montagna dei loro genitori (parlo di te, Andrea!), e ogni volta che qualcuno raggiungeva una città guadagnava una caramella Alpenliebe. Ah! Come sanno di mou le città altrui! Si scoprì poi che uno dei bambini aveva un febbrone, e che aveva preferito star male piuttosto che smettere di giocare.

Il gioco da tavolo più praticato in casa mia era il Monopoli, naturalmente. Nemmeno con le caramelle in premio il Gioco dell'Oca riusciva ad eguagliarlo. A Monopoli ci si giocava - come anche ai giochi di carte - esclusivamente in montagna. Io perdevo quasi sempre - il mio rapporto col denaro non è migliorato col tempo - eppure mi divertivo un sacco. Più di adesso.

Ricordo che una volta io e mio fratello giocammo una partita talmente lunga ed equilibrata che durò qualcosa come 3 giorni. Lasciavamo il tabellone sul tappeto della cameretta e ci giocavamo tutto il giorno, facendo pause solo per mangiare e dormire. Sempre legato al Monopoli il ricordo di una scena in cui mia madre insegue mio fratello brandendo una ciabatta perché l'aveva convinta a vendere a mio padre Corso Raffaello, che era stato poi fondamentale per la bancarotta di mia madre.

Tra i giochi da tavolo mi rammento poi di una bellissima roulette in miniatura con cui mi divertivo un sacco.

C'erano anche dei giochi che trovavo mortalmente noiosi. Infatti i miei ci giocavano quasi sempre quando si andava al mare con amici di famiglia (parlo ancora di te, Andrea!). Nel residence di Marina di Bibbona, non lontana dalla carducciana Bolgheri, i "grandi" si mettevano in veranda a godersi il fresco, sorseggiare amaro d'erbe, fumare la pipa e spostare placidamente le palline colorate della Dama Cinese, le tesserine di Scarabeo o le pedine di Othello. Il tutto in un silenzio rotto solo dalle cicale della pineta e da qualche commento divertito. Una noia tale che un bambino a momenti preferisce farsi portare alle terme piuttosto che partecipare.

Lo Scarabeo però ultimamente l'ho rivalutato. Sarà che il mio lavoro mi ha portato ad apprezzare di più i... giochi di parole, sarà che sono un discreto amante degli anagrammi... comunque l'anno scorso sono riuscito nella storica impresa di battere mia madre, maestra elementare in pensione. Performance non ripetuta la partita successiva, ma tant'è.

Col passare degli anni sono ovviamente usciti un sacco di giochi nuovi. Ne ho conosciuti alcuni in adolescenza. Uno dei migliori si chiamava Brivido. C'era un tabellone che rappresentava un castello stregato, con teschi, armature munite di alabarde, eccetera. Il classico repertorio del brivido. Ricordo che a circa quindici anni io e miei due compari (oggi ingegneri di successo), in vacanza nella campagna piemontese, avevamo tentato di farne una specie di animazione - l'idea era quella di un horror demenziale - usando una videocamera, spostando i segnalini frame dopo frame, usando in pratica la tecnica della stop-motion senza conoscerne l'esistenza. Ma ce ne sarebbero da raccontare di cavolate inventate in quella cascina di campagna!

Altri giochi scoperti durante l'adolescenza ho imparato ad apprezzarli più tardi. Ad esempio Twenty Questions. Proprio ieri sera ci ho giocato con una persona speciale, che ha sempre voglia di giocare. Ho vinto grazie a questa domanda. Dovevo indovinare un ANNO. Primo indizio: "Ho visto l'esplosione del Challenger". Risposta: "1986. Ero in terza elementare, lo vidi esplodere in tv. A bordo c'era una maestra."

Giorgio

5 commenti:

Lorenzo ha detto...

Mi sa che riesco a recuperare il video, e a farne un post su youtube.....

Anonimo ha detto...

Ah! Brivido! Lo avevo anch'io!!! E Risiko dove lo metti? Ogni anno con tre amici storici organizziamo una 3giorni a La Thuile, in casa di uno dei quattro. La mini vacanza è mirata solo a giocare interminabili partite a Risiko (e a SPQRisiko) ingozzandosi di affettati, tomini cinti di lardo, birra e fonzies. Rutto rigorosamente libero.

Giorgio Salati ha detto...

@Lorenzo: sarebbe fantastico! Ahah! Ma non ce le ho ancora io quelle cassettine?

@Sergio: già, non ho nominato Risiko... a quello ci ho giocato con gli amici in adolescenza, anche se devo dire che non sono un gran conoscitore di quel gioco... Ovviamente quando si giocava chi prendeva i carriarmati rossi faceva il comunista (e quindi doveva conquistare l'est), chi li prendeva neri faceva il fascista, chi i verdi e faceva il leghista (e quindi doveva conquistare l'Europa del nord) oppure l'ecologista a seconda dei casi, ecc...

Anonimo ha detto...

Quanti ricordi sui giochi da tavolo...
Innanzi tutto le frequentissime serate passate a giocare a carte, dama, scacchi o mulinello con il mio paparino, mentre mamma lavava i piatti! Papà si addormentava con le carte in mano ed io lo svegliavo divertita... “papà tocca a te!”... chissà quanto era stancante per lui giocare, dopo una giornata passata tra orto all’alba, lavoro in giornata, orto al tramonto e mille altre impegni! Fortunatamente, per lui era anche una gioia! Mentre giocavamo papà beveva un bollente amaro alle erbe (giusto per conciliare meglio il sonno, eh eh!) e per farmi sentire grande veniva concesso anche a me un simbolico fumante bicchierino... di acqua e zucchero!
La domenica giocavamo spesso a Paroliamo: io, papà, mamma e sorella! Qualche volta capita di giocarci anche adesso (oppure a Lexicon, gioco credo ancor più vecchio e ancor più bello!) ma la clessidra con la sabbiettina è stata sostituita dal conto alla rovescia del cellulare... la melodia è gradevole ma la clessidra-baracca mi piaceva tanto!
A Natale, nel pomeriggio, giocavo a carte con qualcuno, mentre la sera a Tombola con tutti: una zia arrivava dal negozio con la scorta di monetine e... via con gli instabilissini fagiolini segnanumeri! Quanto mi sembrava strano sentir dire da alcuni “quintina” e non “cinquina”...
Ricordo anche io Viaggio in Europa, di solito ci giocavo con un mio cugino, entrambi timidi all’inverosimile: solo dopo ore ci decidevamo a parlarci e spesso era oramai talmente
tardi che giocavamo ben poco! Che pirli...
Amavo anche i puzzle da mettere insieme in assoluta solitudine... ed anche un fantastico teatrino con le marionette, “ereditato” da mia sorella, uno dei tanti suoi vecchi giochi e libri a cui lei era riuscita a non fare un graffio e che io rovinavo in pochissimo tempo! Poi la battaglia Navale (gioco in scatola ma per mooolto tempo versione carta quadrettata e matita) e un Domino di cui mi piacevano tanto le illustrazioni. E lo Shangai!
Infine Tracks, un semplicissimo gioco che stra-adoravo ma a cui non mi ricordo come si giocava, nel quale si doveva completare un percorso aggiungendo delle tesserine con raffigurate delle impronte nelle neve! Ce l’ho ancora, se qualcuno sa come ci si gioca me lo dica!!!
Adesso smetto di scrivere, scusa se mi sono dilungata ma non ho resistito...
Ciaociao!
Anna

Anonimo ha detto...

sull'Othello suggerisco di contattare la FNGO Federazione Nazionale Gioco Othello al www.fngo.it o tramite email info@fngo.it .. a Settembre ci sarà a Roma un grande meeting con iscrizione gratuita per gli esordienti.

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